Opinioni di critici cinematografici – Guerra polacco-russa.
"Guerra polacco-rutena sotto la bandiera bianca e rossa" diretto da Xawery Żuławski, basato sul famoso romanzo omonimo di Dorota Masłowska, ha suscitato molto scalpore nel mondo del cinema. Commentato ad alta voce non solo dal pubblico, che era molto ansioso di andare al cinema a vedere il film, ma anche dalla critica cinematografica, che hanno preso diverse posizioni nel film.
Innanzitutto è stato apprezzato il tentativo, molto riuscito, di tradurre in linguaggio cinematografico la difficilissima narrazione del romanzo di Masłowska. Il film è stato un fedele adattamento del libro, e allo stesso tempo ne ha tratto interessanti effetti visivi. Inoltre, i critici hanno elogiato l'originalità della lingua, che usano gli eroi, stilizzato come il discorso di chavs e bloccanti: pieno di frasi ripetitive che a volte assomigliano a slogan mediatici, volgare ed emotivo. Inoltre, gli elogi sono andati agli attori, soprattutto Borys Szyc, che ha interpretato perfettamente il ruolo di Strong, e Sonia Bohosiewicz, del film di Nata. Critico cinematografico, Tadeusz Sobolewski, in una delle sue recensioni, sottolinea, che questi eroi: “vivono in un mondo completamente appiattito, condannati ad essere consumatori di prodotti finiti, essi stessi diventano prodotti”. Vivono in un mondo controllato dai mass media e vengono completamente consumati da questa inutile poltiglia della cultura pop, pur sentendo il lento degrado di questa realtà.
I critici hanno anche spesso sottolineato la forma originale del film. Nei loro concetti cinematografici, i creatori usano l'estetica del kitsch, i fumetti, filmati, programmi televisivi popolari. Mostra il mondo in decostruzione, commento ironico e astratto. Sobolewski indica “tono della cultura pop" del film. Un altro critico, Paweł Felis, sottolinea, che l'adattamento cinematografico di "Guerra polacco-rutena" è “nie paszkwil na dresiarską mentalność, ma un'immagine della mentalità polacca disordinata”.
La convenzionalità del mondo raffigurato ha suscitato il massimo entusiasmo. Sobolewski definisce il film "polp fiction polacca". Małgorzata Niemczycka scrive di cinema nel suo articolo "Masłowska filmowa"., come "una storia inquietante sul mistero dell'esistenza del mondo". Jakub Majmurek va un po' oltre nella sua interpretazione, scrive: “La Polonia a Żuławski e Masłowska è un luogo triste alla periferia del capitalismo globale, dove non solo i muri della questura, ma ogni istituzione, ogni esistenza sembra falsa in qualche modo, irreale, traballante alla base. È la pattumiera della globalizzazione capitalista, dove lo spreco della produzione globale si accumula sulle rovine della nostra storia".
Le recensioni critiche più negative sono state per la trama del film, che era considerato troppo fragile e difettoso. Alcuni hanno sottolineato il dialogo lungo e un po' pretenzioso (Lukasz Muszyński) e nello stile di Żuławski, che per alcuni sembra essere “un po' isterica e educata” – Anna Kilian.